Evento già passato
Teatro dell’Archivolto
QUELLO CHE NON HO
canzoni di Fabrizio De Andrè
con Neri Marcorè
Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini voci e chitarre*
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
un ringraziamento a Stefano Benni, Massimo Bubola
Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Mauro Pagani, Michele Serra e Fondazione De Andrè
dedicato a Pier Paolo Pasolini
Quello che non ho è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro. Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una “nuova orrenda preistoria”, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea. Ci serviremo per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rileggendole col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De Andrè ha utilizzato ne Le nuvole.
Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da 300 anni! Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”.
Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella (?!) dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.
Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con Quello che non ho siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato (De Andrè e Pasolini) prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.
Le canzoni di Fabrizio De Andrè presenti nello spettacolo sono:
Se ti tagliassero a pezzetti (De Andrè _ Bubola); Una storia sbagliata (De Andrè – Bubola); Ottocento (De Andrè – Pagani); Don Raffaè (De Andrè – Pagani- Bubola); Quello che non ho (De Andrè – Bubola); Khorakhanè (A forza di essere vento) (De Andrè – Fossati); Smisurata preghiera (De Andrè – Fossati); Dolcenera (De Andrè – Fossati); Volta la carta (De Andrè – Bubola); Canzone per l’estate (De Andrè – De Gregori).
BIGLIETTERIA
Teatro delle Api
346 6286586
www.teatrodelleapi.it
BIGLIETTI
dal 12 febbraio VENDITA BIGLIETTI PER TUTTI GLI SPETTACOLI
Biglietteria Teatro delle Api aperta 3 giorni precedenti lo spettacolo dalle 18 alle 20 e nei giorni di spettacolo dalle 19:00
Posto unico numerato 15 euro ridotto* 12 euro
*La riduzione è valida per giovani fino a 29 anni, under 60, Carta Giovani, Soci Marche Jazz Network, Carta Musei delle Marche, Carta Centro Studi Licini, Soci FAI
PREVENDITE
biglietterie circuito AMAT/VIVATICKET
Ticket-Store Vivaticket/Best Union
vendita on line: Vivaticket.it
Call Center 071 2133600
INFORMAZIONI
Teatro delle Api 346 6286586 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18
AMAT 071 2072439 amatmarche.net
QUELLO CHE NON HO canzoni di Fabrizio De Andrè con Neri Marcorè
TEATRO DELLE API | STAGIONE TEATRALE 2017.18 | PORTO SANT'ELPIDIO
Teatro dell’Archivolto
QUELLO CHE NON HO
canzoni di Fabrizio De Andrè
con Neri Marcorè
Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini voci e chitarre*
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
un ringraziamento a Stefano Benni, Massimo Bubola
Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Mauro Pagani, Michele Serra e Fondazione De Andrè
dedicato a Pier Paolo Pasolini
Quello che non ho è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro. Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una “nuova orrenda preistoria”, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea. Ci serviremo per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rileggendole col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De Andrè ha utilizzato ne Le nuvole.
Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da 300 anni! Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”.
Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella (?!) dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.
Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con Quello che non ho siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato (De Andrè e Pasolini) prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.
Le canzoni di Fabrizio De Andrè presenti nello spettacolo sono:
Se ti tagliassero a pezzetti (De Andrè _ Bubola); Una storia sbagliata (De Andrè – Bubola); Ottocento (De Andrè – Pagani); Don Raffaè (De Andrè – Pagani- Bubola); Quello che non ho (De Andrè – Bubola); Khorakhanè (A forza di essere vento) (De Andrè – Fossati); Smisurata preghiera (De Andrè – Fossati); Dolcenera (De Andrè – Fossati); Volta la carta (De Andrè – Bubola); Canzone per l’estate (De Andrè – De Gregori).
BIGLIETTERIA
Teatro delle Api
346 6286586
www.teatrodelleapi.it
BIGLIETTI
dal 12 febbraio VENDITA BIGLIETTI PER TUTTI GLI SPETTACOLI
Biglietteria Teatro delle Api aperta 3 giorni precedenti lo spettacolo dalle 18 alle 20 e nei giorni di spettacolo dalle 19:00
Posto unico numerato 15 euro ridotto* 12 euro
*La riduzione è valida per giovani fino a 29 anni, under 60, Carta Giovani, Soci Marche Jazz Network, Carta Musei delle Marche, Carta Centro Studi Licini, Soci FAI
PREVENDITE
biglietterie circuito AMAT/VIVATICKET
Ticket-Store Vivaticket/Best Union
vendita on line: Vivaticket.it
Call Center 071 2133600
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Teatro delle Api 346 6286586 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18
AMAT 071 2072439 amatmarche.net
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