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Evento già passato

quando
Venerdì 23 marzo 2018
biglietti
071 2072439 - 346 6286586
dove
Teatro delle Api
Via della Pace, 7
Porto Sant'Elpidio

Fermo
Italy
Mappa
aderisce a 18app
si

Teatro dell’Archivolto

QUELLO CHE NON HO
canzoni di Fabrizio De Andrè

con Neri Marcorè

Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini voci e chitarre*

drammaturgia e regia Giorgio Gallione

arrangiamenti musicali Paolo Silvestri

collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa

scene e costumi Guido Fiorato

luci Aldo Mantovani

un ringraziamento a Stefano Benni, Massimo Bubola
Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Mauro Pagani, Michele Serra e Fondazione De Andrè

dedicato a Pier Paolo Pasolini

Quello che non ho è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro. Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una “nuova orrenda preistoria”, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea. Ci serviremo per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rileggendole col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De Andrè ha utilizzato ne Le nuvole.

Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da 300 anni! Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”.

Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella (?!) dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.

Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con Quello che non ho siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato (De Andrè e Pasolini) prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.

Le canzoni di Fabrizio De Andrè presenti nello spettacolo sono:
Se ti tagliassero a pezzetti (De Andrè _ Bubola); Una storia sbagliata (De Andrè – Bubola); Ottocento (De Andrè – Pagani); Don Raffaè (De Andrè – Pagani- Bubola); Quello che non ho (De Andrè – Bubola); Khorakhanè (A forza di essere vento) (De Andrè – Fossati); Smisurata preghiera (De Andrè – Fossati); Dolcenera (De Andrè – Fossati); Volta la carta (De Andrè – Bubola); Canzone per l’estate (De Andrè – De Gregori).


BIGLIETTERIA

Teatro delle Api

346 6286586

www.teatrodelleapi.it

BIGLIETTI

dal 12 febbraio VENDITA BIGLIETTI PER TUTTI GLI SPETTACOLI

Biglietteria Teatro delle Api aperta 3 giorni precedenti lo spettacolo dalle 18 alle 20 e nei giorni di spettacolo dalle 19:00

Posto unico numerato 15 euro ridotto* 12 euro

*La riduzione è valida per giovani fino a 29 anni, under 60, Carta Giovani, Soci Marche Jazz Network, Carta Musei delle Marche, Carta Centro Studi Licini, Soci FAI

PREVENDITE

biglietterie circuito AMAT/VIVATICKET

Ticket-Store Vivaticket/Best Union

vendita on line: Vivaticket.it

Call Center 071 2133600

INFORMAZIONI

Teatro delle Api 346 6286586 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18

AMAT 071 2072439 amatmarche.net

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Venerdì 23 marzo 2018
Teatro delle Api Porto Sant'Elpidio (Fermo)

QUELLO CHE NON HO canzoni di Fabrizio De Andrè con Neri Marcorè

TEATRO DELLE API | STAGIONE TEATRALE 2017.18 | PORTO SANT'ELPIDIO

Teatro dell’Archivolto

QUELLO CHE NON HO
canzoni di Fabrizio De Andrè

con Neri Marcorè

Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini voci e chitarre*

drammaturgia e regia Giorgio Gallione

arrangiamenti musicali Paolo Silvestri

collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa

scene e costumi Guido Fiorato

luci Aldo Mantovani

un ringraziamento a Stefano Benni, Massimo Bubola
Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Mauro Pagani, Michele Serra e Fondazione De Andrè

dedicato a Pier Paolo Pasolini

Quello che non ho è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro. Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una “nuova orrenda preistoria”, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea. Ci serviremo per questo di storie emblematiche, quasi parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, di ribellione, di guerra, di illegalità, rileggendole col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco, che De Andrè ha utilizzato ne Le nuvole.

Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero a un direttore d’orchestra, Furtwangler: “Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?” E il direttore rispose: “Per lei dura quarantadue minuti… per chi ama la musica dura da 300 anni! Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga”, di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”.

Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella (?!) dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.

Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con Quello che non ho siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato (De Andrè e Pasolini) prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.

Le canzoni di Fabrizio De Andrè presenti nello spettacolo sono:
Se ti tagliassero a pezzetti (De Andrè _ Bubola); Una storia sbagliata (De Andrè – Bubola); Ottocento (De Andrè – Pagani); Don Raffaè (De Andrè – Pagani- Bubola); Quello che non ho (De Andrè – Bubola); Khorakhanè (A forza di essere vento) (De Andrè – Fossati); Smisurata preghiera (De Andrè – Fossati); Dolcenera (De Andrè – Fossati); Volta la carta (De Andrè – Bubola); Canzone per l’estate (De Andrè – De Gregori).


BIGLIETTERIA

Teatro delle Api

346 6286586

www.teatrodelleapi.it

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dal 12 febbraio VENDITA BIGLIETTI PER TUTTI GLI SPETTACOLI

Biglietteria Teatro delle Api aperta 3 giorni precedenti lo spettacolo dalle 18 alle 20 e nei giorni di spettacolo dalle 19:00

Posto unico numerato 15 euro ridotto* 12 euro

*La riduzione è valida per giovani fino a 29 anni, under 60, Carta Giovani, Soci Marche Jazz Network, Carta Musei delle Marche, Carta Centro Studi Licini, Soci FAI

PREVENDITE

biglietterie circuito AMAT/VIVATICKET

Ticket-Store Vivaticket/Best Union

vendita on line: Vivaticket.it

Call Center 071 2133600

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Teatro delle Api 346 6286586 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18

AMAT 071 2072439 amatmarche.net

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