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Evento già passato

quando
Sabato 25 maggio 2019
biglietti
071 2072439
dove
Teatro Filarmonici
Via delle Torri, Ascoli Piceno
Ascoli Piceno

Ascoli Piceno
63100 Italia
Mappa
aderisce a 18app
si

ideazione e regia Stefano Cordella
drammaturgia collettiva
con Daniele Crasti, Francesco Meola, Dario Merlini, Camilla Pistorello
Dario Sansalone, Umberto Terruso, Camilla Violante Scheller, Fabio Zulli
disegno luci Giuliano Almerighi/Stefano Capra
sound design Gianluca Agostini
costumi Stefania Coretti e Simone Pisani
assistente alla regia Noemi Radice
produzione Òyes
con il sostegno di MiBAC, Fondazione Cariplo
Next-laboratorio delle idee per la produzione
e la distribuzione dello spettacolo dal vivo 2017/2018
Centro di Residenza della Toscana
(Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)

spettacolo sostenuto nell’ambito di Next-laboratorio delle idee 2017/2018
selezionato da Piccolo Teatro Milano, Teatro Stabile del Veneto
Fondazione Piemonte dal Vivo, Teatro Pubblico Pugliese, Armunia

“Una commedia con poca azione e un quintale d’amore”: così Anton Čechov presenta il Gabbiano al suo editore Suvorin. Nella nostra rivisitazione del classico cechoviano è sempre l’amore a dominare le relazioni e i conflitti tra i personaggi, un amore inquinato dal bisogno di essere considerati e apprezzati, tra narcisismo e rappresentazione, un amore performativo che reclama attenzione e originalità.
Io non sono un gabbiano si apre con il funerale di Arkadina, nell’aria risuonano le note di una marcia funebre. La comunità si riunisce per ricordare e rendere omaggio alla grande attrice. Ben presto, le orazioni di amici e parenti assumono l’aspetto di performance artistiche, dato che quasi tutti i partecipanti sono, o si sentono, artisti o aspiranti tali: dal logorroico maestro Medvedenko, sedicente stand up comedian a tempo perso, a Nina e Kostja.
“Sono necessarie forme nuove, e se non ce ne sono allora niente è necessario” questo è l’assunto che muove Kostia. Il giovane artista prova a sganciarsi dalle convenzioni di cui la madre è simbolo sgretolando i confini tra finzione e realtà con una sovrapposizione di piani che stravolge qualsiasi rapporto interpersonale.
Ogni personaggio è pedina più o meno consapevole di questa dinamica e tutto diventa performance: dalle più semplici e “banali” dichiarazioni d’amore al momento della morte, ultimo grande show. Sembra che i personaggi di questa commedia facciano di tutto per non essere felici, come se ci fosse una inesorabile tensione al fallimento. I pochi che provano a togliersi la morte di dosso risultano patetici, ridicoli o si scoprono già morti. Non sarà né il successo né l’illusione di una vita migliore a salvarli dalla melma in cui galleggiano.
Forse solo la consapevolezza, la capacità di sopportare una vita infelice, mettendo da parte quei sogni di gloria così tremendamente vivi in gioventù. Un quadro spietatamente tragicomico di una società devitalizzata senza azione e senza speranza.

Uno spettacolo con molti spunti stimolanti e una compagnia affiatata, energica, dinamica. Stefano Cordella, che guida il gruppo e firma la regia, ha idee da vendere e le sa coordinare con un ottimo ritmo.
Fausto Malcovati, “Hystrio”

Oyes si misura con una nuova avventura cechoviana con risultati ancora, nel complesso, felici. Ben venga una giovane compagnia capace di misurarsi con un classico che ancora oggi si presta ad interpretare le disillusioni del presente. Mario Bianchi, “Krapp’s last post”

Sempre grandi intuizioni ci regalano gli Oyes, giovane gruppo milanese che dopo Vania si ripete sulla stessa onda di pensiero da un classico russo, con questo personalissimo Io non sono un gabbiano. Un conflitto suddiviso in molte facce per delineare e affrescare una tristezza esistenziale e un’infelicità grigia in una serie di confessioni e j’accuse, recriminazioni che non danno sollievo ma incancreniscono. Tommaso Chimenti, “Il Fatto Quotidiano”
ABBONAMENTI [MASSIMO 90]
prima giornata [5 spettacoli] 20 euro
seconda giornata [6 spettacoli] 25 euro
due giornate [11 spettacoli] 40 euro

acquistabili fino all’inizio del primo spettacolo dell’abbonamento di riferimento

BIGLIETTI 8 euro

INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI & PREVENDITE
TEATRO VENTIDIO BASSO 0736 298770
www.ilteatroventidiobasso.it
AMAT 071 2072439
www.amatmarche.net
CALL CENTER 071 2133600
VENDITA ON LINE www.vivaticket.it

BIGLIETTERIA PRESSO I LUOGHI DI SPETTACOLO mezz’ora prima dell’inizio

INFOLINE NEI GIORNI DEL FESTIVAL 334 6634432

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Sabato 25 maggio 2019
Teatro Filarmonici Ascoli Piceno (Ascoli Piceno)

IO NON SONO UN GABBIANO – ÒYES

APP ASCOLI PICENO PRESENT 2019 | TEATRO DEI FILARMONICI | ASCOLI PICENO

ideazione e regia Stefano Cordella
drammaturgia collettiva
con Daniele Crasti, Francesco Meola, Dario Merlini, Camilla Pistorello
Dario Sansalone, Umberto Terruso, Camilla Violante Scheller, Fabio Zulli
disegno luci Giuliano Almerighi/Stefano Capra
sound design Gianluca Agostini
costumi Stefania Coretti e Simone Pisani
assistente alla regia Noemi Radice
produzione Òyes
con il sostegno di MiBAC, Fondazione Cariplo
Next-laboratorio delle idee per la produzione
e la distribuzione dello spettacolo dal vivo 2017/2018
Centro di Residenza della Toscana
(Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)

spettacolo sostenuto nell’ambito di Next-laboratorio delle idee 2017/2018
selezionato da Piccolo Teatro Milano, Teatro Stabile del Veneto
Fondazione Piemonte dal Vivo, Teatro Pubblico Pugliese, Armunia

“Una commedia con poca azione e un quintale d’amore”: così Anton Čechov presenta il Gabbiano al suo editore Suvorin. Nella nostra rivisitazione del classico cechoviano è sempre l’amore a dominare le relazioni e i conflitti tra i personaggi, un amore inquinato dal bisogno di essere considerati e apprezzati, tra narcisismo e rappresentazione, un amore performativo che reclama attenzione e originalità.
Io non sono un gabbiano si apre con il funerale di Arkadina, nell’aria risuonano le note di una marcia funebre. La comunità si riunisce per ricordare e rendere omaggio alla grande attrice. Ben presto, le orazioni di amici e parenti assumono l’aspetto di performance artistiche, dato che quasi tutti i partecipanti sono, o si sentono, artisti o aspiranti tali: dal logorroico maestro Medvedenko, sedicente stand up comedian a tempo perso, a Nina e Kostja.
“Sono necessarie forme nuove, e se non ce ne sono allora niente è necessario” questo è l’assunto che muove Kostia. Il giovane artista prova a sganciarsi dalle convenzioni di cui la madre è simbolo sgretolando i confini tra finzione e realtà con una sovrapposizione di piani che stravolge qualsiasi rapporto interpersonale.
Ogni personaggio è pedina più o meno consapevole di questa dinamica e tutto diventa performance: dalle più semplici e “banali” dichiarazioni d’amore al momento della morte, ultimo grande show. Sembra che i personaggi di questa commedia facciano di tutto per non essere felici, come se ci fosse una inesorabile tensione al fallimento. I pochi che provano a togliersi la morte di dosso risultano patetici, ridicoli o si scoprono già morti. Non sarà né il successo né l’illusione di una vita migliore a salvarli dalla melma in cui galleggiano.
Forse solo la consapevolezza, la capacità di sopportare una vita infelice, mettendo da parte quei sogni di gloria così tremendamente vivi in gioventù. Un quadro spietatamente tragicomico di una società devitalizzata senza azione e senza speranza.

Uno spettacolo con molti spunti stimolanti e una compagnia affiatata, energica, dinamica. Stefano Cordella, che guida il gruppo e firma la regia, ha idee da vendere e le sa coordinare con un ottimo ritmo.
Fausto Malcovati, “Hystrio”

Oyes si misura con una nuova avventura cechoviana con risultati ancora, nel complesso, felici. Ben venga una giovane compagnia capace di misurarsi con un classico che ancora oggi si presta ad interpretare le disillusioni del presente. Mario Bianchi, “Krapp’s last post”

Sempre grandi intuizioni ci regalano gli Oyes, giovane gruppo milanese che dopo Vania si ripete sulla stessa onda di pensiero da un classico russo, con questo personalissimo Io non sono un gabbiano. Un conflitto suddiviso in molte facce per delineare e affrescare una tristezza esistenziale e un’infelicità grigia in una serie di confessioni e j’accuse, recriminazioni che non danno sollievo ma incancreniscono. Tommaso Chimenti, “Il Fatto Quotidiano”
ABBONAMENTI [MASSIMO 90]
prima giornata [5 spettacoli] 20 euro
seconda giornata [6 spettacoli] 25 euro
due giornate [11 spettacoli] 40 euro

acquistabili fino all’inizio del primo spettacolo dell’abbonamento di riferimento

BIGLIETTI 8 euro

INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI & PREVENDITE
TEATRO VENTIDIO BASSO 0736 298770
www.ilteatroventidiobasso.it
AMAT 071 2072439
www.amatmarche.net
CALL CENTER 071 2133600
VENDITA ON LINE www.vivaticket.it

BIGLIETTERIA PRESSO I LUOGHI DI SPETTACOLO mezz’ora prima dell’inizio

INFOLINE NEI GIORNI DEL FESTIVAL 334 6634432

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