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Sabato 23 ottobre 2021
biglietti
Posto unico numerato 10 euro | Circuito Vivaticket
dove
Teatro Delle Energie
Via Ischia, 301
Grottammare

Ascoli Piceno
63066 Italy
Mappa
aderisce a 18app
si

Di e con Edoardo Ripani
rielaborazione contemporanea del “Ciclo Tebano”
da “I Sette Contro Tebe” di Eschilo, dalla “Tebaide” di Stazio e dall’ “Antigone” di Brecht
con la partecipazione di: Alessandra Desideri, Silvia Egidi, Anna Maria Falcioni, Rosanna Fasola,
Rosanna Listrani, Irma Marconi Sciarroni, Simonetta Olivieri, Chiarastella Mastrostefano,
Micaela Santini, Daniela Santoni

Patrizio Peci fu militante regolare e figura di spicco delle Brigate Rosse tra il 1974 e il 1980, quando venne
arrestato a Torino. Poco dopo il suo arresto decise di collaborare con forze dell’ordine e magistratura,
divenendo il primo pentito e collaboratore di giustizia nella storia del terrorismo italiano. Le sue deposizioni
furono decisive per comprendere la struttura dell’organizzazione terroristica e ne facilitarono lo
smantellamento.
Roberto Peci, fratello minore di Patrizio, militò per un breve periodo in gruppi marchigiani di estrema
sinistra, senza mai unirsi alla lotta armata. Fu rapito il 10 Giugno 1981 da un commando di brigatisti e, dopo
54 giorni di prigionia, fu ucciso dai terroristi. Si trattò di un atto di vendetta nel contesto della cosiddetta
“campagna contro i traditori” lanciata dalle BR guidate da Giovanni Senzani, con l’intento di colpire chi
“aveva tradito la rivoluzione” e cooperato con lo Stato Italiano. Questa vicenda rappresenta in maniera
esemplare gli anni di piombo, fatti di sogni diventati incubi, di perdite dolorose, tradimenti, omicidi infami,
deliri di onnipotenza e lacrime infinite. Quegli anni hanno segnato un’intera generazione, con ferite che
non si sono ancora completamente rimarginate. Per chi ha vissuto quel decennio è difficile parlarne con
distacco, così come è difficile per l’Italia costruire una memoria nazionale comune di quella fase storica.

Edoardo Ripani è nato nella stessa città dei fratelli Peci, San Benedetto del Tronto, ed è cresciuto nello
stesso quartiere di una parte della famiglia Peci. San Benedetto è conosciuta in Italia per i suoi pescatori, il
polo industriale del ghiaccio, la sua gloriosa squadra di calcio e per la presenza di un nucleo brigatista
considerevole negli anni Settanta.
La tragica vicenda di Patrizio e Roberto Peci è ancora oggi una ferita aperta per tutti i sambenedettesi, una
vicenda che ha già in sé tutti gli elementi della tragedia greca. Ne “I Sette contro Tebe” di Eschilo, che
echeggia durante tutta la pièce, il coro è formato dalle “fanciulle tebane”, testimoni della guerra che
incendia la loro città. In Fratelli. Qual doglia incombe sulla mia città? questo ruolo di testimonianza è
interpretato dal “Coro delle Sambenedettesi”, un coro costituito da donne di San Benedetto del Tronto,
testimoni proprio di quella stagione.

L’intera impalcatura drammaturgica della performance segue la struttura di un’antica tragedia greca,
poiché questa storia è una tragedia italiana contemporanea, in cui si mescolano potere, rapporti familiari e
orribili misfatti, come nel “Ciclo Tebano”. Patrizio e Roberto potrebbero essere considerati come due
Eteocle e Polinice contemporanei, in una San Benedetto maledetta, Tebe contemporanea. Il “Coro delle
Sambenedettesi” porta in scena i corpi e le voci di una città perduta, disgregata dalle tragiche vicende degli
anni di piombo Tuttavia l’aspetto femminile è importante anche per un altro motivo: in tutta la storia dei
fratelli Peci le uniche sopravvissute, seppur con il peso di un grande dolore, sono le donne. La madre, le due
sorelle, la vedova e la figlia di Roberto. È il destino delle donne di San Benedetto, che per secoli hanno
pianto i loro uomini annegati nel mare Adriatico.

Fratelli. Qual doglia incombe sulla mia città? è una performance che mescola narrazione, documentario e
installazioni pirotecniche. Nello spettacolo interagiscono due linee parallele: una è fatta di parole e
documenti che ricostruiscono la storia dei due fratelli; l’altra è composta da immagini e metafore
pirotecniche, che riproducono l’atmosfera violenta di quegli anni.
Proporre questo spettacolo esattamente 40 anni dopo i tragici eventi dell’estate ‘81 ha un alto valore
simbolico, per ricordare Roberto Peci, vittima innocente di un’orribile guerra.


INFO E BIGLIETTI

Posto unico euro 10
Biglietteria presso i rivenditori Amat e Vivaticket
Vendita online www.vivaticket.com

Biglietteria Teatro delle Energie
0735 739240

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Sabato 23 ottobre 2021
Teatro Delle Energie Grottammare (Ascoli Piceno)

FRATELLI. QUAL DOGLIA INCOMBE SULLA CITTÀ?

Teatri invisibili

Di e con Edoardo Ripani
rielaborazione contemporanea del “Ciclo Tebano”
da “I Sette Contro Tebe” di Eschilo, dalla “Tebaide” di Stazio e dall’ “Antigone” di Brecht
con la partecipazione di: Alessandra Desideri, Silvia Egidi, Anna Maria Falcioni, Rosanna Fasola,
Rosanna Listrani, Irma Marconi Sciarroni, Simonetta Olivieri, Chiarastella Mastrostefano,
Micaela Santini, Daniela Santoni

Patrizio Peci fu militante regolare e figura di spicco delle Brigate Rosse tra il 1974 e il 1980, quando venne
arrestato a Torino. Poco dopo il suo arresto decise di collaborare con forze dell’ordine e magistratura,
divenendo il primo pentito e collaboratore di giustizia nella storia del terrorismo italiano. Le sue deposizioni
furono decisive per comprendere la struttura dell’organizzazione terroristica e ne facilitarono lo
smantellamento.
Roberto Peci, fratello minore di Patrizio, militò per un breve periodo in gruppi marchigiani di estrema
sinistra, senza mai unirsi alla lotta armata. Fu rapito il 10 Giugno 1981 da un commando di brigatisti e, dopo
54 giorni di prigionia, fu ucciso dai terroristi. Si trattò di un atto di vendetta nel contesto della cosiddetta
“campagna contro i traditori” lanciata dalle BR guidate da Giovanni Senzani, con l’intento di colpire chi
“aveva tradito la rivoluzione” e cooperato con lo Stato Italiano. Questa vicenda rappresenta in maniera
esemplare gli anni di piombo, fatti di sogni diventati incubi, di perdite dolorose, tradimenti, omicidi infami,
deliri di onnipotenza e lacrime infinite. Quegli anni hanno segnato un’intera generazione, con ferite che
non si sono ancora completamente rimarginate. Per chi ha vissuto quel decennio è difficile parlarne con
distacco, così come è difficile per l’Italia costruire una memoria nazionale comune di quella fase storica.

Edoardo Ripani è nato nella stessa città dei fratelli Peci, San Benedetto del Tronto, ed è cresciuto nello
stesso quartiere di una parte della famiglia Peci. San Benedetto è conosciuta in Italia per i suoi pescatori, il
polo industriale del ghiaccio, la sua gloriosa squadra di calcio e per la presenza di un nucleo brigatista
considerevole negli anni Settanta.
La tragica vicenda di Patrizio e Roberto Peci è ancora oggi una ferita aperta per tutti i sambenedettesi, una
vicenda che ha già in sé tutti gli elementi della tragedia greca. Ne “I Sette contro Tebe” di Eschilo, che
echeggia durante tutta la pièce, il coro è formato dalle “fanciulle tebane”, testimoni della guerra che
incendia la loro città. In Fratelli. Qual doglia incombe sulla mia città? questo ruolo di testimonianza è
interpretato dal “Coro delle Sambenedettesi”, un coro costituito da donne di San Benedetto del Tronto,
testimoni proprio di quella stagione.

L’intera impalcatura drammaturgica della performance segue la struttura di un’antica tragedia greca,
poiché questa storia è una tragedia italiana contemporanea, in cui si mescolano potere, rapporti familiari e
orribili misfatti, come nel “Ciclo Tebano”. Patrizio e Roberto potrebbero essere considerati come due
Eteocle e Polinice contemporanei, in una San Benedetto maledetta, Tebe contemporanea. Il “Coro delle
Sambenedettesi” porta in scena i corpi e le voci di una città perduta, disgregata dalle tragiche vicende degli
anni di piombo Tuttavia l’aspetto femminile è importante anche per un altro motivo: in tutta la storia dei
fratelli Peci le uniche sopravvissute, seppur con il peso di un grande dolore, sono le donne. La madre, le due
sorelle, la vedova e la figlia di Roberto. È il destino delle donne di San Benedetto, che per secoli hanno
pianto i loro uomini annegati nel mare Adriatico.

Fratelli. Qual doglia incombe sulla mia città? è una performance che mescola narrazione, documentario e
installazioni pirotecniche. Nello spettacolo interagiscono due linee parallele: una è fatta di parole e
documenti che ricostruiscono la storia dei due fratelli; l’altra è composta da immagini e metafore
pirotecniche, che riproducono l’atmosfera violenta di quegli anni.
Proporre questo spettacolo esattamente 40 anni dopo i tragici eventi dell’estate ‘81 ha un alto valore
simbolico, per ricordare Roberto Peci, vittima innocente di un’orribile guerra.


INFO E BIGLIETTI

Posto unico euro 10
Biglietteria presso i rivenditori Amat e Vivaticket
Vendita online www.vivaticket.com

Biglietteria Teatro delle Energie
0735 739240

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