Camillo è un uomo di mezza età, un imbianchino, e un giorno si ritrova a lavorare nell’ufficio personale del Presidente della Nazione, del Capo di Stato, l’uomo più potente del mondo. È da solo, perché l’operaio Goran ha la fedina penale sporca e non gli è consentito di accedere in quel luogo così importante e riservato. A Camillo prima di entrare viene indicato di rispettare “il protocollo” e il regolamento per la sicurezza e riservatezza nazionale, ma lui fin da subito, col suo atteggiamento strafottente, ignora le regole e le trasgredisce tutte, abitando e occupando l’ufficio a suo piacimento, senza ritegno. È irruento e intollerante, comincia a raccontare la propria vita parlando alla foto del Presidente che trova nell’ufficio, in uno sproloquio senza fine nel quale critica, insulta e inveisce contro l’ex moglie, l’amico Bruno, l’operaio Goran e i politici. Poi riceve un messaggio sul cellulare da parte dell’amico Bruno, che spaventato, gli dice che sta avvenendo un’invasione aliena, ma Camillo pensa sia uno scherzo e deride l’amico. A un certo punto però Camillo viene immobilizzato da un fascio di luce paralizzante, e una “voce” incomprensibile gli parla…