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Evento già passato

quando
Mercoledì 15 novembre 2017
biglietti
07222281- 071 2133600 - 071 2072439
dove
Teatro Sanzio
Corso Giuseppe Garibaldi
Urbino

Pesaro Urbino
61029 Italy
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aderisce a 18app
si

LA SAGRA DELLA PRIMAVERA

BOLERO

coreografia Michele Merola ed Enrico Morelli

produzione MM Contemporary Dance Company

con il sostegno di Compagnia Naturalis Labor, Teatro Asioli di Correggio, ASD Progetto Danza, Reggio Emilia
partner tecnico Pro Music


LA SAGRA DELLA PRIMAVERA

coreografia Enrico Morelli

musica Igor Stravinskij

interpreti Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Alessio Monforte, Giovanni Napoli, Miriam Re, Cosmo Sancilio, Nicola Stasi, Gloria Tombini, Chiara Toniutti, Lorenza Vicidomini

costumi Nuvia Valestri

light design Cristina Spelti


BOLERO

coreografia Michele Merola

musica Maurice Ravel, Stefano Corrias

interpreti Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Enrico Morelli
Giovanni Napoli, Nicola Stasi, Gloria Tombini, Lorenza Vicidomini

costumi Alessio Rosati con la collaborazione di Nuvia Valestri

light design Cristina Spelti

+ masterclass gratuita con Michele Merola
per gli allievi scuole di danza della città


LA SAGRA DELLA PRIMAVERA

Il 29 Maggio 2013 Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij ha compiuto cento anni: dopo lo scandalo suscitato all’esordio, con la prima versione della coreografia, realizzata a Parigi da Vaslav Nijinsky per i Ballets Russes di Diaghilev, la partitura è diventata notissima, tanto da poter essere riconosciuta alla prima battuta. Possente capolavoro musicale, scritto per un organico orchestrale al gran completo, Le Sacre è ispirato ad una antica leggenda slava. Secondo il mitico racconto, ad ogni primavera una vergine doveva essere ritualmente sacrificata, affinché la terra potesse rifiorire. Nella propria interpretazione del Sacre, il coreografo Enrico Morelli si è accostato con profondo rispetto a questa partitura, che ha ispirato i più grandi coreografi del ‘900. Nell’allestimento che ne risulta, si rispecchia un risvolto dell’affannoso dinamismo del nostro tempo. Per combattere antiche e nuove paure, ed esorcizzare il male di vivere che accompagna il presente, ogni occasione è buona per individuare un capro espiatorio. Di volta in volta, per far ricadere responsabilità e timori sul colpevole di turno, spesso sommariamente liquidato, si avallano scelte demagogiche, o si compilano liste di proscrizione. Nella scelta registica di Enrico Morelli, sulla nuda scena, come unico elemento, emergono dal buio e incombono dal soffitto lugubri ganci da mattatoio. Sono altrettante spade di Damocle, un monito severo che ci invita a guardare al passato, ad un tempo in cui tanti, troppi uomini sono stati mandati al macello, sacrificati a ideologie di morte e terrore, considerati numeri senza identità, corpi derubati della propria dignità. L’assunto della coreografia è tutto qui: sino a quando l’essere umano sacrificherà i propri simili alla violenza del cieco cannibalismo, e non sceglierà la via del rispetto dell’altro, la luce della cultura e la chiarezza della ragione non prenderanno il sopravvento. Se ciò non avverrà, come ci avvertono scrittori e filosofi, da Erasmo da Rotterdam a Thomas Hobbes ad Antonio Gramsci, da sempre, e per sempre, ciascun individuo potrà solo pensare e volere il male degli altri, eliminare chiunque si ponga in ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Ognuno avrà nel prossimo un nemico. Da ciò deriverà guerra di tutti contro tutti, senza più torto o ragione. Così l’animale uomo sarà condannato a restare Homo homini lupus.


BOLERO

Meccanismo ad orologeria dalla rigorosa precisione, Bolero (1928) è ancora oggi tra i brani più noti e ascoltati della storia della musica: una delle ragioni della fortuna del pezzo sembra essere fortemente legata all’evocazione di immagini di sensualità che questo suscita, anche quando tali suggestioni sono contrassegnate da una sostanziale ambiguità. Nel realizzare una nuova versione coreografica del Bolero, Merola si è confrontato con questa musica ossessiva e ripetitiva, cercando di comprenderne l’identità, la ragione e la funzione, per arrivare così alla sua interpretazione: alla fine di questo percorso l’ispirazione del coreografo si è focalizzata sul ventaglio inesauribile dei rapporti umani, in particolare quelli di coppia, dentro ai quali, spesso, registriamo le reciproche e inconciliabili distanze tra uomini e donne, quel “muro trasparente” che li divide. Così, nelle diverse sfumature assunte dalla danza, la coreografia declina la varietà di umori che “circolano” intorno e dentro al rapporto di coppia. Umori che, comunque, rendono speziata l’esistenza. Nella coreografia si proiettano, dall’interno verso l’esterno, paure, desideri rimossi, scosse esistenziali che rivelano interi universi, legami segreti che esistono tra le persone… e l’ironia lascia il posto al timore, l’amore al disinganno, il distacco alla condivisione, e via via, fra crescendo e diminuendo, come la musica del Bolero. Su questa stessa musica, con la “licenza” e l’inventiva che sono il segno vero di ogni artista, è intervenuto Stefano Corrias. Da compositore raffinato ed esperto, consapevole delle esigenze del palcoscenico, Corrias ha creato una sua propria partitura musicale, liberamente ispirata alla versione originale del brano di Ravel. Il nuovo spartito è stato composto analizzando attentamente le pagine di Bolero, e si integra perfettamente con esso, collocandosi in tre diversi momenti: all’inizio della coreografia, a metà e subito prima del crescendo finale. All’interno della scrittura coreografica, i tre frammenti sottolineano i momenti più intimi, e più veri, di ognuno di noi, quando siamo lontano dagli sguardi degli altri, e lontani dal rumore assordante del mondo. Nella versione di Merola, Bolero viene dunque raccontato come una non-storia, fantastica ma possibile, comunque pertinente al mondo reale. Dagli allusivi colpi di tamburo rullante iniziale, sino alla “esplosione” finale dell’intera orchestra, la danza, in stretta simbiosi con la musica, veicola una sorta di astratta “fiaba amara”, allegoria del dolore di vivere e dell’incomprensione fra esseri umani. Così Bolero diventa metafora della nostra esistenza, stretta nei doppi binari che ciascuno sperimenta nel corso della propria vita, fra contrasto e dialogo, seduzione e disinganno, sorpresa e sconcerto.


MASTERCLASS di MICHELE MEROLA

Le masterclass di Michele Merola rappresentano per gli allievi un momento di apprendimento e conoscenza, un’esperienza artistica in cui la trasmissione dei codici e del pensiero della danza contemporanea diventa lo strumento per un’esperienza a tutto tondo. Lo stile di Merola nasce dalla elaborazione di varie tecniche della danza contemporanea: nella lezione l’insegnante dà uguale importanza sia alla parte tecnica sia a quella legata alla interpretazione artistica dei movimenti, e l’apprendimento delle sequenze diventa un mezzo per sviluppare la capacità di interpretazione degli allievi e per far loro scoprire il loro potenziale artistico, non tralasciando anche l’obiettivo di migliorare la loro forza fisica. Il lavoro punta dunque a unire tra loro vari elementi come tecnica, dinamica, interpretazione e fisicità. Particolare importanza è data al lavoro sul pavimento (che compone la prima parte della lezione), tipico segno distintivo dello stile di Michele Merola, che predilige una danza a diversi livelli, fondendo la base classica a una grande dinamica ed estremizzazione dei movimenti del corpo. Dopo il training a terra, la lezione prosegue con sequenze coreografate. Agli allievi, che lavoreranno da soli e in gruppi, si richiederà di uscire dai propri schemi di movimento per rendersi disponibili all’incontro con lo stile dell’insegnante. I ragazzi esploreranno nuove dimensioni per ridisegnare i propri confini, di modo che la lezione con Michele Merola diventi non solo sorpresa, ma anche scoperta e arricchimento. La danza, a parere di Merola, ci porta alla consapevolezza che abbiamo infinite possibilità di conoscere noi stessi, possibilità che sono a nostra disposizione in ogni momento della nostra vita. Fare danza per Michele Merola significa percepire il potenziale formidabile di unicità e originalità racchiuso nel nostro corpo, che è considerato come un universo ancora non interamente esplorato.


BIGLIETTI

Dal 24 ottobre vendita biglietti per tutti gli spettacoli.

• Biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281 aperta il giorno precedente la rappresentazione dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20; nei giorni di spettacolo dalle ore 16 fino ad inizio rappresentazione
• AMAT e biglietterie del circuito 071 2072439 lunedì – venerdì dalle ore 10 alle ore 16
• vendita on line www.vivaticket.it
• Call Center 071 2133600
• Ragazzi Biglietteria Teatro Sanzio aperta la domenica di spettacolo dalle ore 16

settore A € 20,00 ridotto* € 15,00
settore B € 15,00 ridotto* € 12,00
settore C € 10,00

  • giovani fino a 24 anni, studenti e convenzionati vari.

INFORMAZIONI
AMAT 071 2072439 www.amatmarche.net
Servizio Cultura e Turismo 0722 309602 – 309283
redazione.cittaurbino@gmail.com
www.urbinonews.it
Biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281
Call Center 071 2133600

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Mercoledì 15 novembre 2017
Teatro Sanzio Urbino (Pesaro Urbino)

LA SAGRA DELLA PRIMAVERA & BOLERO

URBINO STAGIONE 2017/2018 TEATRO SANZIO

LA SAGRA DELLA PRIMAVERA

BOLERO

coreografia Michele Merola ed Enrico Morelli

produzione MM Contemporary Dance Company

con il sostegno di Compagnia Naturalis Labor, Teatro Asioli di Correggio, ASD Progetto Danza, Reggio Emilia
partner tecnico Pro Music


LA SAGRA DELLA PRIMAVERA

coreografia Enrico Morelli

musica Igor Stravinskij

interpreti Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Alessio Monforte, Giovanni Napoli, Miriam Re, Cosmo Sancilio, Nicola Stasi, Gloria Tombini, Chiara Toniutti, Lorenza Vicidomini

costumi Nuvia Valestri

light design Cristina Spelti


BOLERO

coreografia Michele Merola

musica Maurice Ravel, Stefano Corrias

interpreti Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Enrico Morelli
Giovanni Napoli, Nicola Stasi, Gloria Tombini, Lorenza Vicidomini

costumi Alessio Rosati con la collaborazione di Nuvia Valestri

light design Cristina Spelti

+ masterclass gratuita con Michele Merola
per gli allievi scuole di danza della città


LA SAGRA DELLA PRIMAVERA

Il 29 Maggio 2013 Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij ha compiuto cento anni: dopo lo scandalo suscitato all’esordio, con la prima versione della coreografia, realizzata a Parigi da Vaslav Nijinsky per i Ballets Russes di Diaghilev, la partitura è diventata notissima, tanto da poter essere riconosciuta alla prima battuta. Possente capolavoro musicale, scritto per un organico orchestrale al gran completo, Le Sacre è ispirato ad una antica leggenda slava. Secondo il mitico racconto, ad ogni primavera una vergine doveva essere ritualmente sacrificata, affinché la terra potesse rifiorire. Nella propria interpretazione del Sacre, il coreografo Enrico Morelli si è accostato con profondo rispetto a questa partitura, che ha ispirato i più grandi coreografi del ‘900. Nell’allestimento che ne risulta, si rispecchia un risvolto dell’affannoso dinamismo del nostro tempo. Per combattere antiche e nuove paure, ed esorcizzare il male di vivere che accompagna il presente, ogni occasione è buona per individuare un capro espiatorio. Di volta in volta, per far ricadere responsabilità e timori sul colpevole di turno, spesso sommariamente liquidato, si avallano scelte demagogiche, o si compilano liste di proscrizione. Nella scelta registica di Enrico Morelli, sulla nuda scena, come unico elemento, emergono dal buio e incombono dal soffitto lugubri ganci da mattatoio. Sono altrettante spade di Damocle, un monito severo che ci invita a guardare al passato, ad un tempo in cui tanti, troppi uomini sono stati mandati al macello, sacrificati a ideologie di morte e terrore, considerati numeri senza identità, corpi derubati della propria dignità. L’assunto della coreografia è tutto qui: sino a quando l’essere umano sacrificherà i propri simili alla violenza del cieco cannibalismo, e non sceglierà la via del rispetto dell’altro, la luce della cultura e la chiarezza della ragione non prenderanno il sopravvento. Se ciò non avverrà, come ci avvertono scrittori e filosofi, da Erasmo da Rotterdam a Thomas Hobbes ad Antonio Gramsci, da sempre, e per sempre, ciascun individuo potrà solo pensare e volere il male degli altri, eliminare chiunque si ponga in ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Ognuno avrà nel prossimo un nemico. Da ciò deriverà guerra di tutti contro tutti, senza più torto o ragione. Così l’animale uomo sarà condannato a restare Homo homini lupus.


BOLERO

Meccanismo ad orologeria dalla rigorosa precisione, Bolero (1928) è ancora oggi tra i brani più noti e ascoltati della storia della musica: una delle ragioni della fortuna del pezzo sembra essere fortemente legata all’evocazione di immagini di sensualità che questo suscita, anche quando tali suggestioni sono contrassegnate da una sostanziale ambiguità. Nel realizzare una nuova versione coreografica del Bolero, Merola si è confrontato con questa musica ossessiva e ripetitiva, cercando di comprenderne l’identità, la ragione e la funzione, per arrivare così alla sua interpretazione: alla fine di questo percorso l’ispirazione del coreografo si è focalizzata sul ventaglio inesauribile dei rapporti umani, in particolare quelli di coppia, dentro ai quali, spesso, registriamo le reciproche e inconciliabili distanze tra uomini e donne, quel “muro trasparente” che li divide. Così, nelle diverse sfumature assunte dalla danza, la coreografia declina la varietà di umori che “circolano” intorno e dentro al rapporto di coppia. Umori che, comunque, rendono speziata l’esistenza. Nella coreografia si proiettano, dall’interno verso l’esterno, paure, desideri rimossi, scosse esistenziali che rivelano interi universi, legami segreti che esistono tra le persone… e l’ironia lascia il posto al timore, l’amore al disinganno, il distacco alla condivisione, e via via, fra crescendo e diminuendo, come la musica del Bolero. Su questa stessa musica, con la “licenza” e l’inventiva che sono il segno vero di ogni artista, è intervenuto Stefano Corrias. Da compositore raffinato ed esperto, consapevole delle esigenze del palcoscenico, Corrias ha creato una sua propria partitura musicale, liberamente ispirata alla versione originale del brano di Ravel. Il nuovo spartito è stato composto analizzando attentamente le pagine di Bolero, e si integra perfettamente con esso, collocandosi in tre diversi momenti: all’inizio della coreografia, a metà e subito prima del crescendo finale. All’interno della scrittura coreografica, i tre frammenti sottolineano i momenti più intimi, e più veri, di ognuno di noi, quando siamo lontano dagli sguardi degli altri, e lontani dal rumore assordante del mondo. Nella versione di Merola, Bolero viene dunque raccontato come una non-storia, fantastica ma possibile, comunque pertinente al mondo reale. Dagli allusivi colpi di tamburo rullante iniziale, sino alla “esplosione” finale dell’intera orchestra, la danza, in stretta simbiosi con la musica, veicola una sorta di astratta “fiaba amara”, allegoria del dolore di vivere e dell’incomprensione fra esseri umani. Così Bolero diventa metafora della nostra esistenza, stretta nei doppi binari che ciascuno sperimenta nel corso della propria vita, fra contrasto e dialogo, seduzione e disinganno, sorpresa e sconcerto.


MASTERCLASS di MICHELE MEROLA

Le masterclass di Michele Merola rappresentano per gli allievi un momento di apprendimento e conoscenza, un’esperienza artistica in cui la trasmissione dei codici e del pensiero della danza contemporanea diventa lo strumento per un’esperienza a tutto tondo. Lo stile di Merola nasce dalla elaborazione di varie tecniche della danza contemporanea: nella lezione l’insegnante dà uguale importanza sia alla parte tecnica sia a quella legata alla interpretazione artistica dei movimenti, e l’apprendimento delle sequenze diventa un mezzo per sviluppare la capacità di interpretazione degli allievi e per far loro scoprire il loro potenziale artistico, non tralasciando anche l’obiettivo di migliorare la loro forza fisica. Il lavoro punta dunque a unire tra loro vari elementi come tecnica, dinamica, interpretazione e fisicità. Particolare importanza è data al lavoro sul pavimento (che compone la prima parte della lezione), tipico segno distintivo dello stile di Michele Merola, che predilige una danza a diversi livelli, fondendo la base classica a una grande dinamica ed estremizzazione dei movimenti del corpo. Dopo il training a terra, la lezione prosegue con sequenze coreografate. Agli allievi, che lavoreranno da soli e in gruppi, si richiederà di uscire dai propri schemi di movimento per rendersi disponibili all’incontro con lo stile dell’insegnante. I ragazzi esploreranno nuove dimensioni per ridisegnare i propri confini, di modo che la lezione con Michele Merola diventi non solo sorpresa, ma anche scoperta e arricchimento. La danza, a parere di Merola, ci porta alla consapevolezza che abbiamo infinite possibilità di conoscere noi stessi, possibilità che sono a nostra disposizione in ogni momento della nostra vita. Fare danza per Michele Merola significa percepire il potenziale formidabile di unicità e originalità racchiuso nel nostro corpo, che è considerato come un universo ancora non interamente esplorato.


BIGLIETTI

Dal 24 ottobre vendita biglietti per tutti gli spettacoli.

• Biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281 aperta il giorno precedente la rappresentazione dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20; nei giorni di spettacolo dalle ore 16 fino ad inizio rappresentazione
• AMAT e biglietterie del circuito 071 2072439 lunedì – venerdì dalle ore 10 alle ore 16
• vendita on line www.vivaticket.it
• Call Center 071 2133600
• Ragazzi Biglietteria Teatro Sanzio aperta la domenica di spettacolo dalle ore 16

settore A € 20,00 ridotto* € 15,00
settore B € 15,00 ridotto* € 12,00
settore C € 10,00

  • giovani fino a 24 anni, studenti e convenzionati vari.

INFORMAZIONI
AMAT 071 2072439 www.amatmarche.net
Servizio Cultura e Turismo 0722 309602 – 309283
redazione.cittaurbino@gmail.com
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Biglietteria Teatro Sanzio 0722 2281
Call Center 071 2133600

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