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quando
Sabato 17 ottobre 2020
biglietti
Biglietto unico 3 euro
dove
Piazza del Popolo
Piazza del Popolo
Ascoli Piceno

Ascoli Piceno
Italy
Mappa
aderisce a 18app
si

Replica ore 12, 16, 17.30


regia e coreografia Lara Guidetti
assistente alla coreografia Matteo Sacco
testi Marcello Gori
interpreti Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Giuseppe Morello, Matteo Sacco, Lara Viscuso
produzione Sanpapié
in collaborazione con MilanOltre, Festival Exister, DANCEHAUSpiù
spettacolo selezionato da NEXT ed. 2019/2020
progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo


spettacolo itinerante

A[1]BIT, opera di danza itinerante per spettatore singolo, nasce dall’invito di Carlo Boccadoro e dell’ensemble Sentieri Selvaggi a creare un’opera coreografica sulla singolare 1 Bit Symphony del compositore e artista visivo newyorkese Tristan Perich, manifesto dell’elettronica post-modern. Questa nuova creazione prosegue la collaborazione tra Carlo Boccadoro e Lara Guidetti, che da qualche anno si confrontano cercando nella musica contemporanea spazi in cui corpo e suono possano fondersi e intrecciarsi (Maddalene – da Giotto a Bacon regia di Valter Malosti, Della caduta un passo di danza regia di Carmen Giordano, Il mondo non la conobbe mentre l’ebbe su composizione di Gavin Bryars). Il lavoro di Perich è ispirato alla semplicità estetica della matematica, della fisica e del codice. Le sue composizioni sono state definite “una riunione austera di elettronica e organica” e la sua 1 Bit Symphony è stata, nel 2009, il primo album mai rilasciato sotto forma di microchip, in grado di riprodurre l’intera composizione. Si tratta di un piccolo circuito, grande come l’unghia di un dito mignolo, alloggiato nella custodia in plastica di un cd, che letteralmente esegue la musica come farebbe un ensemble di musicisti; semplicemente, per azionarlo è sufficiente un piccolo interruttore, e l’uscita avviene attraverso un minijack per cuffie situato a lato della custodia stessa. Si tratta di una vera e propria sinfonia, con temi, variazioni e voci diverse che emergono per poi scomparire, in un continuum di 5 movimenti dalle influenze musicali più disparate: da Steve Reich a Philip Glass, dall’ultimo Beethoven a Richard Strauss, fino al mondo sonoro dei primi videogame della Nintendo. Nella teoria dell’informazione, il bit è l’unità di misura fondamentale, ovvero la quantità di informazione minima necessaria a discernere tra due possibili eventi equiprobabili all’interno del sistema numerico binario: quello, per intenderci, usato da tutti i nostri telefoni e pc. È un’unità semplice ma dalle infinite possibilità combinatorie e compositive; nella musica elettronica, il numero di bit rappresenta anche la profondità (risoluzione) del campionamento, dunque la composizione di Perich ha sonorità assolutamente peculiari, la cui definizione è di molto inferiore, ad esempio, alla musica dei videogame (tradizionalmente ad 8 bit).

Musicalmente intensa, attraverso la sua aggressività urbana l’opera rivela contorni profondi nella relazione uno-ad-uno con l’ascoltatore: un’opera elettronica potente, da ascoltare in cuffia, individualmente, il cui ascolto collettivo e diffuso riproduce un noise sfocato. La relazione tra posizione individuale e collettiva, in un contesto urbano e disordinato, è il cardine della ricerca artistica: i danzatori si muovono in funzione dello spazio e del pubblico, che si trova ad essere, inconsapevolmente, parte del disegno coreografico. Un piccolo gruppo di spettatori, rigorosamente con la musica in cuffia e accompagnati da un testo che introduce e contestualizza lo spazio della performance, segue i danzatori nel disegno che si adatta a spazi urbani pubblici e privati, interni ed esterni. Lo SPAZIO, nelle sue componenti di forma, storia, architettura, luce e ambiente e il TEMPO (l’incontro tra la sinfonia e la percezione individuale di performer e spettatori) sono l’innesco dell’azione performativa. La ricerca coreografica è astratta e indaga, sulla musica, le possibilità combinatorie del movimento e dell’assemblaggio, come se il corpo fosse una particella fisica da analizzare nel comportamento in relazione all’ambiente. Quello che, a prima vista, può apparire come un approccio distaccato e analitico della materia coreografica, così come accade nella musica di Perich, può originare invece un’intensa forza ipnotica e talvolta una sorprendente profondità emotiva nella costruzione di paesaggi fisici e sonori che fanno dimenticare il rigoroso codice di partenza. Le strutture create dai corpi si susseguono in un gioco di costruzione e destrutturazione, dimensione individuale e collettiva. Si affiancano solitudine e moltitudine, intimità e sacralità, personale e sociale, spazio intimo e comune, congestione dello spettro armonico e vastità. L’obiettivo è intersecare il carattere cellulare/combinatorio dell’opera con l’organicità del tessuto sociale e della danza attraverso un’esperienza di “realtà aumentata”. L’opera trova la sua completezza compositiva nello spazio teatrale che viene trattato esattamente come un qualunque altro spazio pubblico nella sua funzione sia rispetto ai performer sia agli spettatori. Alla percezione del suono, in questo luogo, si aggiunge la dimensione visuale della contemporaneità degli spazi che compongono la struttura teatrale partendo e tornando al palcoscenico come luogo di sintesi e incontro tra l’esperienza del pubblico e quella dei performer. Attraverso un sistema di streaming in diretta, i movimenti musicali e coreografici si svolgono, in contemporanea, in più punti della struttura come se lo spettatore potesse moltiplicare lo sguardo sull’azione scenica. Lo spazio teatrale viene perciò ribaltato e svelato, sezionato e mostrato nella sua nudità.

Punto di forza dell’opera è la rete di collaborazioni che si è creata intorno al progetto: MilanOltre, storico festival milanese dedicato alla danza, ha raccolto la sfida di seguire il percorso ospitando sia la tappa iniziale – il primo, secondo e terzo movimento sono stati presentati nell’edizione 2018 del festival in urbano – sia il debutto teatrale, presentando sul palcoscenico la sinfonia completa nell’edizione 2019, sia la nuova versione delle due performance itineranti nell’edizione 2020; DanceHaus+, neonato centro di produzione per la danza lombarda nonché eccellente polo di formazione fondato da Susanna Beltrami, ha contribuito alla produzione con i propri giovani e talentuosi danzatori e ospitando il quarto e il quinto movimento al Festival Exister 2018. Sentieri Selvaggi completa la partnership, disegnando così una geografia culturale urbana a sostegno dell’opera che ripropone quell’immagine di città interconnessa che emerge dalla musica di Perich.


INFO E BIGLIETTI

Biglietto singolo euro 3 in vendita dal 1 ottobre

Abbonamento al Festival 16/17/18 ottobre euro 50 in vendita dal 24 settembre presso la biglietteria di Piazza del Popolo 0736298770

Abbinamento al Festival 17 e 18 ottobre euro 35 in vendita dal 24 settembre presso la biglietteria di Piazza del Popolo 0736298770

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Sabato 17 ottobre 2020
Piazza del Popolo Ascoli Piceno (Ascoli Piceno)

A[1]BIT I° – II° – III° MOVIMENTO

APP – ASCOLI PICENO PRESENT

Replica ore 12, 16, 17.30


regia e coreografia Lara Guidetti
assistente alla coreografia Matteo Sacco
testi Marcello Gori
interpreti Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Giuseppe Morello, Matteo Sacco, Lara Viscuso
produzione Sanpapié
in collaborazione con MilanOltre, Festival Exister, DANCEHAUSpiù
spettacolo selezionato da NEXT ed. 2019/2020
progetto di Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo


spettacolo itinerante

A[1]BIT, opera di danza itinerante per spettatore singolo, nasce dall’invito di Carlo Boccadoro e dell’ensemble Sentieri Selvaggi a creare un’opera coreografica sulla singolare 1 Bit Symphony del compositore e artista visivo newyorkese Tristan Perich, manifesto dell’elettronica post-modern. Questa nuova creazione prosegue la collaborazione tra Carlo Boccadoro e Lara Guidetti, che da qualche anno si confrontano cercando nella musica contemporanea spazi in cui corpo e suono possano fondersi e intrecciarsi (Maddalene – da Giotto a Bacon regia di Valter Malosti, Della caduta un passo di danza regia di Carmen Giordano, Il mondo non la conobbe mentre l’ebbe su composizione di Gavin Bryars). Il lavoro di Perich è ispirato alla semplicità estetica della matematica, della fisica e del codice. Le sue composizioni sono state definite “una riunione austera di elettronica e organica” e la sua 1 Bit Symphony è stata, nel 2009, il primo album mai rilasciato sotto forma di microchip, in grado di riprodurre l’intera composizione. Si tratta di un piccolo circuito, grande come l’unghia di un dito mignolo, alloggiato nella custodia in plastica di un cd, che letteralmente esegue la musica come farebbe un ensemble di musicisti; semplicemente, per azionarlo è sufficiente un piccolo interruttore, e l’uscita avviene attraverso un minijack per cuffie situato a lato della custodia stessa. Si tratta di una vera e propria sinfonia, con temi, variazioni e voci diverse che emergono per poi scomparire, in un continuum di 5 movimenti dalle influenze musicali più disparate: da Steve Reich a Philip Glass, dall’ultimo Beethoven a Richard Strauss, fino al mondo sonoro dei primi videogame della Nintendo. Nella teoria dell’informazione, il bit è l’unità di misura fondamentale, ovvero la quantità di informazione minima necessaria a discernere tra due possibili eventi equiprobabili all’interno del sistema numerico binario: quello, per intenderci, usato da tutti i nostri telefoni e pc. È un’unità semplice ma dalle infinite possibilità combinatorie e compositive; nella musica elettronica, il numero di bit rappresenta anche la profondità (risoluzione) del campionamento, dunque la composizione di Perich ha sonorità assolutamente peculiari, la cui definizione è di molto inferiore, ad esempio, alla musica dei videogame (tradizionalmente ad 8 bit).

Musicalmente intensa, attraverso la sua aggressività urbana l’opera rivela contorni profondi nella relazione uno-ad-uno con l’ascoltatore: un’opera elettronica potente, da ascoltare in cuffia, individualmente, il cui ascolto collettivo e diffuso riproduce un noise sfocato. La relazione tra posizione individuale e collettiva, in un contesto urbano e disordinato, è il cardine della ricerca artistica: i danzatori si muovono in funzione dello spazio e del pubblico, che si trova ad essere, inconsapevolmente, parte del disegno coreografico. Un piccolo gruppo di spettatori, rigorosamente con la musica in cuffia e accompagnati da un testo che introduce e contestualizza lo spazio della performance, segue i danzatori nel disegno che si adatta a spazi urbani pubblici e privati, interni ed esterni. Lo SPAZIO, nelle sue componenti di forma, storia, architettura, luce e ambiente e il TEMPO (l’incontro tra la sinfonia e la percezione individuale di performer e spettatori) sono l’innesco dell’azione performativa. La ricerca coreografica è astratta e indaga, sulla musica, le possibilità combinatorie del movimento e dell’assemblaggio, come se il corpo fosse una particella fisica da analizzare nel comportamento in relazione all’ambiente. Quello che, a prima vista, può apparire come un approccio distaccato e analitico della materia coreografica, così come accade nella musica di Perich, può originare invece un’intensa forza ipnotica e talvolta una sorprendente profondità emotiva nella costruzione di paesaggi fisici e sonori che fanno dimenticare il rigoroso codice di partenza. Le strutture create dai corpi si susseguono in un gioco di costruzione e destrutturazione, dimensione individuale e collettiva. Si affiancano solitudine e moltitudine, intimità e sacralità, personale e sociale, spazio intimo e comune, congestione dello spettro armonico e vastità. L’obiettivo è intersecare il carattere cellulare/combinatorio dell’opera con l’organicità del tessuto sociale e della danza attraverso un’esperienza di “realtà aumentata”. L’opera trova la sua completezza compositiva nello spazio teatrale che viene trattato esattamente come un qualunque altro spazio pubblico nella sua funzione sia rispetto ai performer sia agli spettatori. Alla percezione del suono, in questo luogo, si aggiunge la dimensione visuale della contemporaneità degli spazi che compongono la struttura teatrale partendo e tornando al palcoscenico come luogo di sintesi e incontro tra l’esperienza del pubblico e quella dei performer. Attraverso un sistema di streaming in diretta, i movimenti musicali e coreografici si svolgono, in contemporanea, in più punti della struttura come se lo spettatore potesse moltiplicare lo sguardo sull’azione scenica. Lo spazio teatrale viene perciò ribaltato e svelato, sezionato e mostrato nella sua nudità.

Punto di forza dell’opera è la rete di collaborazioni che si è creata intorno al progetto: MilanOltre, storico festival milanese dedicato alla danza, ha raccolto la sfida di seguire il percorso ospitando sia la tappa iniziale – il primo, secondo e terzo movimento sono stati presentati nell’edizione 2018 del festival in urbano – sia il debutto teatrale, presentando sul palcoscenico la sinfonia completa nell’edizione 2019, sia la nuova versione delle due performance itineranti nell’edizione 2020; DanceHaus+, neonato centro di produzione per la danza lombarda nonché eccellente polo di formazione fondato da Susanna Beltrami, ha contribuito alla produzione con i propri giovani e talentuosi danzatori e ospitando il quarto e il quinto movimento al Festival Exister 2018. Sentieri Selvaggi completa la partnership, disegnando così una geografia culturale urbana a sostegno dell’opera che ripropone quell’immagine di città interconnessa che emerge dalla musica di Perich.


INFO E BIGLIETTI

Biglietto singolo euro 3 in vendita dal 1 ottobre

Abbonamento al Festival 16/17/18 ottobre euro 50 in vendita dal 24 settembre presso la biglietteria di Piazza del Popolo 0736298770

Abbinamento al Festival 17 e 18 ottobre euro 35 in vendita dal 24 settembre presso la biglietteria di Piazza del Popolo 0736298770

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