Cala il sipario sulla 19esima edizione di Adriatico Mediterraneo Festival. Sette giorni densi, in cui si sono contate 15mila presenze, tra concerti all’alba, incontri di approfondimento, laboratori, cinema ed i live al tramonto ed alla sera, diffusi in numerosi luoghi della città, che hanno confermato l’attenzione e l’amore del pubblico, proveniente anche da fuori regione, per la manifestazione. Quello conclusosi ieri (30 agosto) è in realtà solo il primo atto della kermesse che, entrata nella programmazione triennale del Ministero della Cultura, vedrà diversi appuntamenti “fuori cartellone” a settembre.
Un’edizione più lunga e rinnovata che ha ampliato i confini del progetto culturale, aggiungendo sonorità e temi di riflessione, ma sempre avendo come punto centrale l’Adriatico ed il Mediterraneo. Un intento dichiarato dallo stesso direttore artistico, Giovanni Seneca, che ha voluto introdurre elementi di novità senza snaturare lo spirito del Festival.
«Abbiamo puntato su incursioni da altri generi musicali, un modo per allargare il nostro pubblico e portarlo alla scoperta di proposte culturali nuove ed inedite per il Festival, penso ad esempio al reagge di Alborosie, ma anche all’afrobeat di Kuti, al rap di Anastasio, alle fanfare di Džambo Aguševi fino alle sonorità sudamericane di A Fior de Piel – spiega Seneca –. Tutti però affondano le radici culturali nel Mediterraneo, sono artisti che raccontano di immigrazione e di viaggi, di scambi e di dialogo tra i popoli, di musica come strumento di resistenza e di riscatto sociale, che è l’essenza più profonda di AdMed. Alborosie è nato in Sicilia per partire poi alla volta della Giamaica, Anastasio è di Sorrento, l’Argentina è terra di immigrazione, anche di ritorno, dall’Italia e dalle Marche, le formazioni di ottoni che hanno origine proprio in Macedonia del Nord sono diventati la cifra stilistica della musica balcanica che conosciamo».
Una formula che si è rivelata di successo e che ha coinvolto e convinto gli spettatori che, incuriositi anche dalle proposte più particolari, non hanno fatto mancare la loro presenza, facendo di AdMed uno degli appuntamenti più attesi e partecipati della città.
Non solo musica, il pubblico ha riempito anche le sale dedicate agli approfondimenti del Festival i quali, come da tradizione di Adriatico Mediterraneo, sono stati luoghi di riflessione e dibattito sui temi da sempre cari alla manifestazione: la promozione della pace, la cooperazione internazionale, la giustizia sociale, il dialogo tra i popoli come forma di risoluzione dei conflitti, la conoscenza come antidoto all’indifferenza e motore per l’impegno civile e sociale.
«Constatare la risposta della città a questi temi, la vivacità del pubblico che si è spostato da un luogo all’altro per vivere appieno il Festival, ascoltare tutti i suoi ospiti credo che ci dica anche che Ancona può candidarsi a pieno titolo a Capitale della Cultura italiana per il 2028 e come Adriatico Mediterraneo daremo il nostro contributo a questo percorso – afferma Seneca –. Il Mediterraneo può tornare ad essere culla di civiltà e di cultura e le sue popolazioni possono indicare la strada per uscire da questi tempi bui, come molti degli intellettuali e degli studiosi che abbiamo ospitato hanno sottolineato dal palco, da Moni Ovadia a Marcello Veneziani a Boban Pesov. E Ancona può avere in questo contesto un ruolo centrale. Lontano da qualsiasi retorica, possiamo affermare che la cultura e la conoscenza, le connessioni al posto dei confini che marcano territori e differenze sono la via per una convivenza pacifica. AdMed – conclude il direttore artistico – è nato su questi pilastri, mettendo insieme culture e tradizioni che si erano osteggiate con violenza fino a poco tempo prima, e così prosegue nel suo cammino».
Adriatico Mediterraneo prosegue con gli appuntamenti “fuori cartellone” di settembre: giovedì 11 con Les Amazones d’Afrique e poi venerdì 19 Porti d’Oriente e sabato 20 Alessia Tondo e Nubras
Adriatico Mediterraneo prosegue con gli appuntamenti “fuori cartellone” di settembre: giovedì 11 con Les Amazones d’Afrique, poi venerdì 19 Porti d’Oriente e sabato 20 Alessia Tondo e Nubras.
Conclusa la settimana di Festival, Adriatico Mediterraneo prosegue con gli appuntamenti “fuori cartellone”. Il primo, venerdì 11 settembre, al Teatro delle Muse, alle 21, con il collettivo Les Amazones d’Afrique, rappresenta una novità assoluta nel panorama musicale, grazie anche alla collaborazione di Peter Gabriel, per la sua capacità di fondere tradizione e contemporaneità, proponendo un’esperienza inedita nel contesto culturale marchigiano. Il gruppo si è formato a Bamako, in Mali, nel 2014 da tre rinomate star della musica maliana e attiviste sociali: Mamani Keïta, Oumou Sangaré e Mariam Doumbia. Da allora il collettivo si è ampliato, coinvolgendo molte artiste provenienti da tutta l’Africa e dalla diaspora, tra cui Angélique Kidjo, Nneka e la stella maliana in ascesa Rokia Koné.
Se la loro causa – la campagna per l’uguaglianza di genere e lo sradicamento della violenza ancestrale contro le donne – ha già un valore enorme di per sé, la loro espressione creativa musicale è altrettanto potente. Riccamente melodica, di ampio respiro, la musica delle Les Amazones d’Afrique fonde stili panafricani, armonie vocali complesse che richiedono precisione e collaborazione, con la produzione e le sonorità audaci del pop contemporaneo. Il collettivo ha ottenuto notevoli consensi e ha lavorato con il celebre produttore pop Jacknife Lee (U2, Taylor Swift, Modest Mouse). Il terzo album Musow Danse è un lavoro senza eguali, ispirato a hip-hop, trap e musica elettronica.
Prevendita già aperta al link: Vivaticket – Les Amazones d’Afrique
Si torna poi a Marina Dorica, location che ha dato il “la” alla 19esima edizione di AdMed, ospitando l’anteprima lo scorso 24 agosto. Il porto turistico torna a farsi palco e ad accogliere il pubblico venerdì 19 settembre, alle 21, con Porti d’Oriente (ingresso gratuito). Dopo il successo del debutto lo scorso 27 giugno, serata sold out alla Corte della Mole, lo spettacolo di musica, canto, letteratura, teatro e filosofia – scritto dallo sceneggiatore Paolo Logli, raccontato e interpretato dall’attore-doppiatore Luca Violini, con la musica del compositore e chitarrista Giovanni Seneca – riconquista la scena.
Per questa seconda data, lo spettacolo si arricchisce del contributo della FORM con una sezione d’archi dell’orchestra sul palco. Si rinnova così la collaborazione tra l’Associazione Adriatico Mediterraneo e la FORM, già partner in numerosi progetti. Un viaggio emozionale e rievocativo per narrare storie, misteri, commerci, partenze e ritorni vissuti da popoli separati ma uniti dal mare. Con le sue chitarre e composizioni, Giovanni Seneca guiderà il pubblico attraverso una fusione di tradizione classica e popolare, con influenze da diverse aree musicali. Faranno da contrappunto la voce versatile della cantante italo-algerina Anissa Gouizi, le percussioni della stessa Gouizi e di Francesco Savoretti, e il contrabbasso di Gabriele Pesaresi. I musicisti proietteranno la tradizione in una dimensione internazionale, ricreando un paesaggio sonoro unico e avvolgente, in cui Luca Violini, con il suo stile recitativo, dà voce al mare che si racconta in prima persona, attraverso le parole di Paolo Logli.
Sabato 20 settembre, vigilia dell’appuntamento velistico più amato e atteso della città, la Regata del Conero, serata di musica e pomeriggio di narrazioni, sempre al porto turistico (ingresso libero).
Alle 18, l’incontro con il navigatore oceanico Giancarlo Pedote, figura di spicco e fuori dagli schemi della vela e dello sport italiano, ospite per un talk. Fiorentino, classe 1975, Pedote è un velista distintosi nella navigazione in solitario attorno al mondo. Dalla Mini Transat al leggendario Vendée Globe, ha sfidato le rotte più dure del Pianeta, trasformando ogni viaggio in un’avventura di coraggio, resilienza e ricerca interiore. Un’esperienza sportiva ma anche una visione profonda del rapporto tra natura e uomo.
Largo poi alla musica alle 19:30, alla Terrazza, con Alessia Tondo, una delle voci più significative del panorama pugliese. A tredici anni è diventata la voce solista dell’Orchestra della Notte della Taranta. Ha collaborato con l’Orchestra Popolare Italiana di Ambrogio Sparagna, i Radiodervish, Michele Lobaccaro, Luigi Einaudi (per il quale ha scritto il testo di Nuvole Bianche) ed Admir Shkurtaj. Dal 2015 fa parte, come interprete e autrice, del Canzoniere Grecanico Salentino.
A seguire, alle 21:30, nella piazza di Marina Dorica, concerto dei Nubras. Un gruppo che combina l’eleganza della musica da camera con l’energia delle tradizioni popolari del Sud Italia e dei Balcani. Progetto internazionale che riunisce talenti da Italia, Spagna e Romania, creando un dialogo musicale tra radici antiche e slanci contemporanei. Il loro nome, che in arabo significa “persona coraggiosa” e in urdu “lanterna che illumina nuovi percorsi”, riflette l’essenza del progetto: una guida luminosa che celebra la diversità e la connessione attraverso la musica.
Il gruppo è composto dalla voce potente di Roxana Ene, dai violini di Bari e Mulas, dalla fisarmonica di Conte e dal sax/gajda di Gadotti. Completano l’ensemble Giovanni Lo Cascio alle percussioni e Igor Legari al contrabbasso jazz. Il loro sound è potente e inconfondibile.
Ph: Viviana Falcioni