

21:15
SS78, Contrada Anfiteatro, 62010 Urbisaglia MC
Urbisaglia
MACERATA
Mappa
due assoli di Ziya Azazi
Nella prima parte dello spettacolo, Azazi impiega le gonne come elemento essenziale e integrante della danza. Le gonne assumono ruoli molteplici, divenendo simboli mutevoli e ricchi di significato. Le loro forme in continuo cambiamento riflettono la fluidità e la versatilità della danza stessa. Non si tratta semplicemente di costumi, ma di un’estensione dell’identità artistica di Ziya Azazi. Le gonne diventano la sua compagna, il suo mantello, e il velo dietro il quale si cela e si rivela allo sguardo del pubblico. Questo dialogo corporeo e simbolico tra Azazi e le gonne dà vita a un’esperienza dinamica e visivamente affascinante.
Uno degli elementi chiave della sua performance è il moto rotatorio ripetuto: la rotazione. Essa assolve a una duplice funzione. Da un lato, accresce la consapevolezza fisica dell’artista, richiedendo un controllo preciso del corpo e del movimento; dall’altro, induce uno stato meditativo, in cui sia il danzatore sia lo spettatore possono trascendere il piano fisico per accedere a un livello di illuminazione e connessione spirituale.
Ember è un assolo che si concentra su una figura resa più saggia dal fuoco donato da Prometeo, che cerca di dare un senso alla propria esistenza illuminando, ma finisce per bruciarsi con quello stesso fuoco, nel corso di migliaia di anni. La nostra esistenza, che Rumi ha riassunto in tre parole: “Ero crudo, sono stato cotto, poi bruciato”, trova espressione nel linguaggio coreografico di Ziya Azazi attraverso la terminologia di DIP — ripetizione, vortice e struttura progressiva. In quest’opera, Azazi offre una performance straordinaria, sfruttando la magia del fuoco e della fiamma grazie a un originale impianto scenico e a un’ingegneria minimale. Il fuoco diviene metafora della luce cercata dall’anima: inizialmente acceso per portare chiarezza, finisce col diventare una trappola soffocante. La ricerca di significato si trasforma in lotta, poiché l’individuo si ritrova prigioniero dei limiti imposti dalla propria stessa esistenza.
La rotazione, fondamento dell’essere, occupa un ruolo centrale nel percorso artistico. Attraverso il vortice del movimento, l’artista tenta di comprendere e manifestare il proprio io autentico. Essa incarna al tempo stesso la ripetizione e l’intreccio di inizio e fine. Simboleggia lo sforzo incessante dell’artista per sopravvivere e dare un senso alla vita, illuminandone le sfumature più complesse. Tuttavia, in certi momenti, proprio questo sforzo sembra alimentare il fuoco che lo circonda, complicando ulteriormente il cammino verso la comprensione.Ziya Azazi nasce ad Antiochia nel 1969. Laureato in Ingegneria mineraria alla Istanbul Technical University (ITU) si appassiona alla ginnastica. Danzatore stagista all’Istanbul City Theatres tra il 1990- 1994 crea le sue prime coreografie. Lavora in seguito con il Tanz Atelier Sebastian Prantl (TAW), Tanz Hotel e Willi Dorner tra il 1994 e il 1998. Dopo aver messo in scena il solo Unterwegs Tabula Rasa a Vienna nel 1999, niene premiato con una borsa di studio dalla Summer Dance Week Vienna (Dance Web) e nominato “The Most Outstanding Dancer of the Year in Austria” dal Ballet International Magazine. Inizia a esplorare la tradizionale danza sufi nel 1999. Coreografando questa danza secondo diverse interpretazioni, crea il primo solo Work in Progress I (2001), Work in Progress II (2003). In questi anni continua a lavorare con Vienna Volksoper, Theaterhaus, Stuttgart e il Grand Théâtre de Geneve. L’interesse per le danze tradizionali prosegue e integra la propria conoscenza di improvvisazione. Crea Dervish unendo i due solo Dervish in Progress (2004) e Azab (2005). In collaborazione con il musicista francese Serge Adam sviluppa il progetto Icons (2007). Mescolando le naturali caratteristiche del fuoco con la danza crea Ember (2010). L’interazione con il fuoco, gli studi sulla rotazione e le idee sul concetto di ciclicità preparano la strada al progetto Energy (2012). In Bolero (2014) integra le meravigliose ripetizioni della musica di Ravel con l’estetica della propria danza. Ha poi sviluppato questo progetto ulteriormente in Kismet (2018). Oltre ad avere portato avanti molti lavori come coreografo e danzatore, ha sempre dato grande importanza ai workshops. Attraverso le esperienze acquisite nel tempo, prova a guidare altre persone nell’espansione dei propri limiti e nella scoperta del potere che hanno dentro di loro attraverso un metodo brevettato intitolato DIP con cui gira il mondo.
BIGLIETTI
Biglietti 15 € – 12 € ridotto under 25, over 65 anni, convenzionati vari in prevendita QUI
Ufficio turistico Urbisaglia 0733 506566
dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19
Biglietteria Anfiteatro Romano
la sera di spettacolo dalle ore 19
INFO AMAT 071 2072439
DIP & EMBER
TAU XXVII EDIZIONE
due assoli di Ziya Azazi
Nella prima parte dello spettacolo, Azazi impiega le gonne come elemento essenziale e integrante della danza. Le gonne assumono ruoli molteplici, divenendo simboli mutevoli e ricchi di significato. Le loro forme in continuo cambiamento riflettono la fluidità e la versatilità della danza stessa. Non si tratta semplicemente di costumi, ma di un’estensione dell’identità artistica di Ziya Azazi. Le gonne diventano la sua compagna, il suo mantello, e il velo dietro il quale si cela e si rivela allo sguardo del pubblico. Questo dialogo corporeo e simbolico tra Azazi e le gonne dà vita a un’esperienza dinamica e visivamente affascinante.
Uno degli elementi chiave della sua performance è il moto rotatorio ripetuto: la rotazione. Essa assolve a una duplice funzione. Da un lato, accresce la consapevolezza fisica dell’artista, richiedendo un controllo preciso del corpo e del movimento; dall’altro, induce uno stato meditativo, in cui sia il danzatore sia lo spettatore possono trascendere il piano fisico per accedere a un livello di illuminazione e connessione spirituale.
Ember è un assolo che si concentra su una figura resa più saggia dal fuoco donato da Prometeo, che cerca di dare un senso alla propria esistenza illuminando, ma finisce per bruciarsi con quello stesso fuoco, nel corso di migliaia di anni. La nostra esistenza, che Rumi ha riassunto in tre parole: “Ero crudo, sono stato cotto, poi bruciato”, trova espressione nel linguaggio coreografico di Ziya Azazi attraverso la terminologia di DIP — ripetizione, vortice e struttura progressiva. In quest’opera, Azazi offre una performance straordinaria, sfruttando la magia del fuoco e della fiamma grazie a un originale impianto scenico e a un’ingegneria minimale. Il fuoco diviene metafora della luce cercata dall’anima: inizialmente acceso per portare chiarezza, finisce col diventare una trappola soffocante. La ricerca di significato si trasforma in lotta, poiché l’individuo si ritrova prigioniero dei limiti imposti dalla propria stessa esistenza.
La rotazione, fondamento dell’essere, occupa un ruolo centrale nel percorso artistico. Attraverso il vortice del movimento, l’artista tenta di comprendere e manifestare il proprio io autentico. Essa incarna al tempo stesso la ripetizione e l’intreccio di inizio e fine. Simboleggia lo sforzo incessante dell’artista per sopravvivere e dare un senso alla vita, illuminandone le sfumature più complesse. Tuttavia, in certi momenti, proprio questo sforzo sembra alimentare il fuoco che lo circonda, complicando ulteriormente il cammino verso la comprensione.Ziya Azazi nasce ad Antiochia nel 1969. Laureato in Ingegneria mineraria alla Istanbul Technical University (ITU) si appassiona alla ginnastica. Danzatore stagista all’Istanbul City Theatres tra il 1990- 1994 crea le sue prime coreografie. Lavora in seguito con il Tanz Atelier Sebastian Prantl (TAW), Tanz Hotel e Willi Dorner tra il 1994 e il 1998. Dopo aver messo in scena il solo Unterwegs Tabula Rasa a Vienna nel 1999, niene premiato con una borsa di studio dalla Summer Dance Week Vienna (Dance Web) e nominato “The Most Outstanding Dancer of the Year in Austria” dal Ballet International Magazine. Inizia a esplorare la tradizionale danza sufi nel 1999. Coreografando questa danza secondo diverse interpretazioni, crea il primo solo Work in Progress I (2001), Work in Progress II (2003). In questi anni continua a lavorare con Vienna Volksoper, Theaterhaus, Stuttgart e il Grand Théâtre de Geneve. L’interesse per le danze tradizionali prosegue e integra la propria conoscenza di improvvisazione. Crea Dervish unendo i due solo Dervish in Progress (2004) e Azab (2005). In collaborazione con il musicista francese Serge Adam sviluppa il progetto Icons (2007). Mescolando le naturali caratteristiche del fuoco con la danza crea Ember (2010). L’interazione con il fuoco, gli studi sulla rotazione e le idee sul concetto di ciclicità preparano la strada al progetto Energy (2012). In Bolero (2014) integra le meravigliose ripetizioni della musica di Ravel con l’estetica della propria danza. Ha poi sviluppato questo progetto ulteriormente in Kismet (2018). Oltre ad avere portato avanti molti lavori come coreografo e danzatore, ha sempre dato grande importanza ai workshops. Attraverso le esperienze acquisite nel tempo, prova a guidare altre persone nell’espansione dei propri limiti e nella scoperta del potere che hanno dentro di loro attraverso un metodo brevettato intitolato DIP con cui gira il mondo.
BIGLIETTI
Biglietti 15 € – 12 € ridotto under 25, over 65 anni, convenzionati vari in prevendita QUI
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dal giovedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19
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