SCENA CONTEMPORANEA
SPAZI DI CREATIVITÀ ILLIMITATA
28 29 30 NOVEMBRE ALLE ORE 19
AL RIDOTTO DEL TEATRO DELLE MUSE
TUTTI BENE MA NON BENISSIMO
DI E CON DANIELE VAGNOZZI
PRODUZIONE MARCHE TEATRO
Dal 28 al 30 novembre alle ore 19 il Ridotto del Teatro delle Muse accoglie “Tutti bene ma non benissimo”, il monologo di e con Daniele Vagnozzi, produzione Marche Teatro, appena rientrato dagli Stati Uniti dove ha ottenuto il premio “Comedy Beyond Borders” all’Italian Comedy Festival di Los Angeles.
Il titolo fa parte dei cinque lavori prodotti e coprodotti da Marche Teatro presentati nella nuova edizione di Scena Contemporanea 2025/26 – Spazi di Creatività Illimitata.
Ironico, poetico e sorprendentemente vicino al sentire contemporaneo, “Tutti bene ma non benissimo” racconta l’avventura psicologica — e un po’ surreale — di Amedeo, trentenne alla disperata ricerca di un terapeuta. Con tutti gli studi al completo, finisce per tentare la strada dell’auto-psicoanalisi, seguendo gli improbabili consigli del celebre dottor Onesto. Tra sogni da decifrare, sedute immaginate e un dialogo sempre più serrato con il proprio subconscio, il protagonista si ritrova faccia a faccia con il terapeuta più difficile di tutti: se stesso.
“Dopo l’avventura americana, è una gioia tornare ad Ancona, dove questo viaggio è iniziato quasi due anni fa: si va lontano per tornare a casa.” – ha dichiarato Daniele Vagnozzi.
La messa in scena porta la regia dello stesso Vagnozzi, accompagnato dal live della chitarra e dei paesaggi sonori di Ruben Albertini, dal suono curato da Danilo Randazzo, dalla scena di Mattia Settembrini, dai costumi di Stefania Cempini, e dal disegno luci firmato da Manfredi Michelazzi. Completano il team l’aiuto regia Alessandro Savarese e i tecnici Denise Brambillasca e Jacopo Pace. Le foto sono di Giorgio Pergolini. Lo spettacolo è una produzione Marche Teatro, in collaborazione con Compagnia Caterpillar, con il contributo di Banco Marchigiano e la collaborazione di REC106 Studios e Giuliani Occhiali.
Il lavoro affronta con leggerezza un nodo molto attuale: il desiderio — a volte ingenuo, a volte necessario — di “cavarsela da soli”. Una tensione che interroga tutti: è possibile cambiare senza chiedere aiuto? E, soprattutto, come si fa davvero a stare meglio? Il monologo si muove in questo paradosso con umorismo e delicatezza, restituendo uno sguardo umano e sorprendentemente vicino all’esperienza comune.