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FORM e Lonquich tra i giganti: Mozart-Beethoven

L’Orchestra Filarmonica Marchigiana in concerto con il pianista tedesco in veste di direttore e pianista a Osimo, San Severino Marche, Foligno, Montegranaro Pesaro e Jesi

Artista in residenza per la stagione sinfonica FORM, dal titolo Musicattraverso, dopo il grande successo ottenuto con l’emozionante concerto Schumann-Mendelssohn, torna Alexander Lonquich. Musicista tra i più originali e significativi del nostro tempo, accompagna il pubblico della FORM, sempre in veste di direttore e pianista, in un programma composto da due giganti dell’epoca aurea della musica.

Lonquich: Mozart-Beethoven è il nome del concerto che parte giovedì 20 febbraio con una prova aperta al Teatro la Nuova Fenice di Osimo, alle ore 21 (biglietto unico a 5 euro). Debutto il giorno dopo al Feronia di San Severino Marche, alle ore 20.45; mentre sabato 22 febbraio l’Orchestra Filarmonica Marchigiana varca i confini regionali per inaugurare la stagione sinfonica degli Amici della Musica di Foligno (ore 21). Domenica appuntamento al Teatro La Perla di Montegranaro (ore 17, in collaborazione con gli Amici della Musica di Montegranaro), lunedì 23 al Rossini di Pesaro (ore 21, in collaborazione con Ente Concerti Pesaro) per chiudere martedì 24 febbraio al Pergolesi di Jesi (ore 21).

Il viaggio musicale parte dalla Prima Sinfonia in mi bemolle magg., K. 16 a cui segue la Sinfonia n. 41 in do magg. K. 551 “Jupiter” di Wolfgang Amadeus Mozart. Si tratta di un’occasione unica per il grande pubblico di ascoltare la prima e l’ultima sinfonia del compositore austriaco. Mozart scrive la sua prima Sinfonia K. 16 all’età di nove anni, durante il soggiorno della famiglia a Londra. È di breve durata e risente molto delle influenze di Johann Christian Bach, di Karl Friedrich Abel e della musica classica italiana. La Sinfonia n. 41 in do magg. K. 551, per la grandiosità dei suoi temi e della sua architettura musicale, fu soprannominata Jupiter, come il più grande dei pianeti del sistema solare. Viene composta nel 1788, in un periodo eccezionalmente creativo, e con questo lavoro Mozart porta a compimento una totale revisione del genere sinfonico. I movimenti diventano infatti, dopo alternanze, definitivamente quattro; la struttura della composizione viene rivista e ampliata, in particolare nell’utilizzo dei temi, e anche la durata complessiva è aumentata.

Tra le due Sinfonie di Mozart viene eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol magg., Op. 58 di Ludwig van Beethoven, opera definita «più straordinaria, personale, elaborata e difficile» fra tutte quelle che impegnano uno strumento solista. Beethoven rivoluziona i rapporti fra solista e orchestra rispetto al tradizionale concerto del ‘700, per cui è il pianoforte solo a iniziare il primo tempo. Si tratta della prima volta, nella storia di questo genere, in cui l’incipit, con l’enunciazione del primo tema, non è affidato all’orchestra: le basi del concerto moderno per pianoforte e orchestra sono definitivamente gettate.


Biglietti acquistabili nelle relative biglietterie dei Teatri oppure online su vivaticket.com. Info: www.filarmonicamarchigiana.com.

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